CIRCOSTANZE AGGRAVANTI E ATTENUANTI PER REATI CONNESSI AD ATTIVITÀ MAFIOSE

Art. 416-bis 1 c.p.

Per i delitti punibili con pena diversa dall’ergastolo commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dallo stesso articolo, la pena è aumentata da un terzo alla metà.

Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114 concorrenti con l’aggravante di cui al primo comma non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità di pena risultante dall’aumento conseguente alla predetta aggravante.

Per i delitti di cui all’articolo 416 bis e per quelli commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni di tipo mafioso, nei confronti dell’imputato che, dissociandosi dagli altri, si adopera per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori anche aiutando concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella raccolta di elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione o la cattura degli autori dei reati, la pena dell’ergastolo è sostituita da quella della reclusione da dodici a venti anni e le altre pene sono diminuite da un terzo alla metà.

Nei casi previsti dal terzo comma non si applicano le disposizioni di cui al primo e secondo comma“.

Il presente articolo è stato introdotto dall’art. 5 del D. Lgs. 01/03/2018, n. 21.

Esso, prevedere:

1) specifiche circostanze aggravanti per chi si avvalga del metodo mafioso, così come indicato dall’art. 416 bis e per chi agevoli le attività dell’associazione mafiosa (rientrando nella nozione anche il c.d. concorrente esterno)

2) disciplina inoltre specifiche circostanze attenuanti nel caso di di ravvedimento operoso.